La Convenzione di IstaNbul è la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, approvata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa il 7 aprile 2011 ed aperta alla firma l'11 maggio 2011 a Istanbul inTurchia.
Tale Convenzione si propone di:
Essa caratterizza la violenza contro le donne come una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione (art. 3 lett. a). I paesi dovrebbero esercitare la dovuta diligenza nel prevenire la violenza, proteggere le vittime e perseguire i colpevoli (art. 5).
La Convenzione è il primo trattato internazionale per contenere una definizione di genere. Infatti l'art. 3, lett. c, il genere è definito come "ruoli, comportamenti, attività e attributi socialmente costruiti che una determinata società considera appropriati per donne e uomini".
Inoltre, il trattato stabilisce una serie di delitti caratterizzati da violenza contro le donne, gli Stati pertanto dovrebbero includere questi nei loro codici penali o in altre forme di legislazione o dovrebbero essere inseriti qualora non già esistenti nei loro ordinamenti giuridici.
Il Consiglio d'Europa ha intrapreso una serie di iniziative per promuovere la protezione delle donne contro la violenza fino dal 1990. In particolare, queste iniziative hanno portato all'approvazione, nel 2002, da parte del Consiglio d'Europa della raccomandazione Rec (2002) 5 del Comitato dei Ministri agli Stati membri sulla protezione delle donne dalla violenza e la realizzazione di una campagna a livello europeo negli anni 2006-2008 per combattere la violenza contro le donne, compresa la violenza domestica.
L'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha anche preso una posizione politica ferma contro ogni forma di violenza contro le donne. Ha adottato una serie di risoluzioni e raccomandazioni che chiedono norme giuridicamente vincolanti in materia di prevenzione, protezione contro la repressione delle forme più gravi e diffuse di violenza di genere.
Le relazioni nazionali, studi e indagini hanno rivelato l'entità del problema in Europa. La campagna, in particolare, ha mostrato una grande variazione in Europa delle risposte nazionali alla violenza contro le donne e la violenza domestica. Così la necessità di norme giuridiche armonizzate per garantire che le vittime di beneficino dello stesso livello di protezione in tutta Europa è diventato evidente. I ministri della Giustizia dei membri del Consiglio d'Europa hanno cominciato a discutere la necessità di intensificare la protezione dalla violenza domestica, in particolare la violenza da parte del partner.
Il Consiglio d'Europa ha deciso che era necessario stabilire degli standard globali per prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica. Nel dicembre 2008, il Comitato dei Ministri ha istituito un gruppo di esperti incaricato di preparare un progetto di convenzione in questo campo. Nel corso di poco più di due anni, questo gruppo, chiamato CAHVIO (comitato ad hoc per prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica), ha elaborato un progetto di testo.
Durante la fase successiva di stesura della Convenzione, Italia, Regno Unito, Russia e Santa Sede hanno proposto alcuni emendamenti per limitare i requisiti previsti dalla Convenzione. Questi emendamenti sono stati criticati da Amnesty International. La bozza finale del convegno è stato prodotta nel dicembre 2010.
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